Marina di Pisa

Bagni Ceccherini​

1869 - Piazza delle Baleari

Con il crescente interesse che i bagni marini acquisivano nel XVII secolo, Gaetano Ceccherini figlio di Giovan Domenico, commercianti di acqua di mare dagli inizi dell’800, ottiene nel 1838 dal Granduca Leopoldo II il permesso di costruire alcune baracche ad uso di bagno pubblico all’interno della Tenuta di San Rossore con le quali ricava negli anni buoni guadagni.

Due anni dopo Ceccherini sottoscrive un accordo con gli Spedali di Pisa e vicino alla prima struttura costruisce un bagno ad uso esclusivo degli ammalati poveri bisognosi di cure marine. Nel 1848 a corredo dei bagni viene costruita anche una palazzina ad uso pensione.

Con la fine del Granducato e l’arrivo dell’unità d’Italia le cose cambiano drasticamente: la Tenuta di San Rossore passa al Demanio Nazionale e una volta ammirate le bellezze di quel paesaggio Vittorio Emanuele II, grande appassionato di caccia e cavalli decide che ne vuole fare luogo di privato svago e piacere. A quel punto l’andirivieni dei pisani che si recano al mare diventa di troppo. Dopo tre anni di trattative la Lista Civile raggiunge l’accordo con la municipalità pisana e i Ceccherini per lo spostamento dello stabilimento.

1866 – Per volontà del primo re d’Italia, attraverso un ministro della Real Casa e il cavalier Giuseppe Pierini, funzionario della Lista CIvile, il 12 Aprile viene sottoscritto un compromesso con il quale Gaetano Ceccherini rinuncia ai fabbricati del Gombo e ai profitti che ne derivano. In cambio ottiene una vasta porzione di terreno di proprietà della Lista Civile adiacente il forte sulla costa a sud della riva dell’Arno, il legname necessario e la possibilità di costruire poco lontano un nuovo bagno. Quella del 1868 è l’ultima estate di bagni al Gombo.

1869 – Il nuovo stabilimento condotto da Baldassarre Ceccherini più grande e bello di quello del Gombo apre per la stagione balneare nella nuova collocazione a 300 metri a sud della loro proprietà, davanti ad un’area di forma semicircolare chiamata “alla Fiaschetta”.

Ad aiutare Baldassarre nella gestione del bagno oltre ai figli Sandro e la più giovane Amalia ci sono Beppe Ammannati, la moglie Pia, Silvio Serfogli e i Gonnelli.

1876 – I bisognosi di bagni marini che quotidianamente ospita in accordo con il comune di Pisa sono ora gestiti dal Comitato dell’Ospizio Marino, al quale il comune partecipa economicamente.

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1890c – Lo stabilimento Ceccherini è elegante e ben disposto. Il servizio è inappuntabile, l’accoglienza cortese. Il bagno si fa in piccoli ambienti chiusi da tende disposti su due file, una per i signori e l’altra per le signore. Il primo bagno di Boccadarno oltre che lussuoso è grande tanto da poter ospitare diverse centinaia di clienti al giorno ma non tale da poter contenere l’afflusso dei bagnanti sopratutto nei giorni festivi.

1900c – E’ arricchito di una bella sala di biliardo animata da Dario, impeccabile biscazziere di professione, e la gestione del ristorante viene affidata al proprietario dell’albergo Firenze di Pisa.

Nel 1995c Baldassarre, ormai anziano, ma sempre ben portante, con una gran barba bianca che gli conferisce autorità e distinzione, continua a condurre il più apprezzato stabilimento del luogo. Alcuni figli del patriarca hanno preso strade diverse, altri si occupano delle attività derivanti dalle proprietà avute nel 1869. Del bagno, assieme al padre, si occupano l’altro figlio Alessandro e la sorella Amalia.

Baldassarre Ceccherini muore il giorno 8 luglio 1897, nell’età di 81 anni.

1913 – L’antico stabilimento Ceccherini, il primo bagno della Marina di Pisa che ha rappresentato l’antefatto ed il presupposto stesso della sua nascita, smontato alla fine delle stagione estiva di quello stesso anno, non verrà mai più rimontato. La morte di Sandro, figlio prediletto del patriarca Baldassarre, la crisi economica della famiglia e la perdita quasi totale della spiaggia hanno reso vano ogni tentativo di ripresa, come ha dimostrato il risultato delle due ultime gestioni affidate a Nello Giannini, figlio di primo letto della vedova di Alessandro Ceccherini. Per quello che il bagno dei Ceccherini ha rappresentato per il paese durante i suoi quarant’anni di esistenza, non è esagerato affermare che è scomparso il simbolo stesso della nuova stazione balneare.

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